La Pietra, l’Acqua, il Tempo: dare voce poetica alle immagini

L’idea ispiratrice del diaporama, presentato il 23 maggio 2002, deriva dalle suggestioni che il Cònero suscita in tutti coloro che, lasciandosi catturare dalla bellezza dei suoi scorci e delle sue vedute, si abbandonino ai ritmi della terra, dell’acqua e del cielo.

Dall’incontro di due realtà apparentemente così antitetiche, la roccia con la sua fissità e durezza, e l’acqua con la sua eterna mobilità, si genera quella particolare simbiosi in cui un elemento si dissolve nell’altro, sotto l’incedere sovrano del tempo, che sul Monte ha marcato il succedersi delle ere geologiche e lo ha trasformato in un immenso libro di pietra, e che continua a segnare l’alternarsi delle stagioni e dei loro colori, l’avvicendarsi delle bonacce e delle tempeste, delle migrazioni e dei ritorni.

Tempo che scandisce la vita millenaria dell’uomo, che dal Monte ha tratto la pietra per le sue costruzioni, nei suoi anfratti ha trovato approdi, dal suo mare trae nutrimento, nelle sue colline coltiva la terra.

Tempo, infine, che con il suo scorrere ricorda il mistero della vita, della morte e del trascendente, e nelle grotte scavate dagli eremiti o nelle abbazie edificate dai monaci si è materializzato in preghiere, inni e simboli scolpiti nella candida roccia calcarea.